ore 5,50...(2005)
la sveglia , come succede almeno tre volte a settimana, strilla quel poco che basta per ordinare il mio risveglio nel silenzio. Scanzo il piumone, mi alzo di scatto, accendo la luce con l'interruttore più comodo. La tuta fredda addosso per sconfiggere il freddo del bagno con la finestra regina degli spifferi.Acqua in faccia.
Niente barba da fare, l'ho tolta di mezzo tre giorni fa a Roma. Qui non importa molto l'aspetto.
Latte nel bicchiere, nel microonde. Caffè di ieri... che mischiato al resto e al contesto , sembra espresso da bar. 3 biscotti tolti dalla confezione mensile da mezzo kg. Denti ed ascelle, tuta da lavoro, scarpe pesanti e dure, sciarpa metà Axe e metà odor-spazzatura.
Freddo glaciale e buio sottile...una carezza veloce al cane e una twingo verde che sa di speranza.La radio è sintonizzata sull'unica stazione che l'auto-search individua e sembra essere un nastro fedele all'anno di fabbricazione del bolide. 1993.
La strada è ormai una proiezione di un film a memoria. Le immagini sono sempre quelle. Ma cambia la canzone,cambia sempre la colonna sonora. Quindi ogni giorno cambia tutto.Non so dove sono, nè perchè mi trovo qui. Lo faccio e basta, a modo mio.
Sensazioni e pensieri. Solo.Lontano.
Penso che "un giorno", ma chissà quando, sarà diverso. Penso che è una fase di passaggio, che merito di più. Che la Twingo del '93 con la frizione col "filo di metallo" tipo i freni delle biciclette, è solo un mezzo provvisorio. Qualcosa da buttare, da cancellare con un senso di liberazione.
Penso che la musica che passa la radio sgangherata e si sente ad intermittenza,è una "musicaccia" che non merita il mio ascolto. E che tutte le buche che ha questa stradaccia di merda, potranno diventare crateri, perchè tanto non è questa la strada che percorrerò.
ore 6.55... (2012)
la sveglia fa il suo dovere, rispettando alla perfezione la sua programmazione settimanale 5 su 5. Resto un altro pò a letto, del resto non l'ho messa alle 7 in punto apposta per godermi questi ulteriori 5 minuti orizzontali. La tuta è comoda quasi come la coperta, mi stendo un pò in verticale allungando le braccia verso il soffitto. Non ho ancora deciso se accontentarmi dell'assortimento dello scaffale oppure resistere ed investire più tardi 1 € e 60 centesimi per viziare il mio palato.
Tutti dormono, o quasi.
Tra le camicie stirate e pulite c'è una delle mie preferite, bene. Le scarpe resistenti , leggere ed eleganti. Scelgo il profumo più adatto alla giornata.
[...]
Dopo due ore di piacevole autostrada , col culo su una berlina turbo diesel, elegante e con la barba fatta alla perfezione, mi ritrovo nello stesso film di sei anni fa. La radio è spenta. Le foto intorno sono le stesse, scorrono veloci, quasi come i miei pensieri.
La strada non ha più le buche di un tempo, l'hanno asfaltata. Il mio stomaco interviene a gamba tesa, si chiude, suggerisce di capire qualcosa, di afferrare la sensazione di quel momento.
Mi trovo nello stesso posto, nello stesso "cammino" che un tempo rifiutavo e non volevo fosse qualcosa di mio. Gran cazzata. Lo stomaco è più sveglio di me e svogle con decisione il suo mestiere.
Capisco all'improvviso tante cose... si riaccende la radio sgangherata e tornano nelle mie orecchie le canzoni a singhiozzo della Twingo del 93, nella mia testa un vortice di aria pulita.
La colonna sonora del film che vedo ora è malinconica, è saggia. Ha un ritmo che sa di vita, suggerisce e sussurra parole che un tempo ho fatto finta di non sentire. Mi dice chiaramente che niente del nostro cammino potrà mai essere di qualcun'altro. Fa tutto parte della nostra storia. E lo fa con onore.
Ogni momento è nostro, e dobbiamo prendercelo anche se non lo vogliamo. Sarà sempre e comunque dignitoso e degno di appartenere a quello che siamo oggi.
La strada, i paesaggi, la musica...lo stomaco... hanno fatto il loro dovere, ed io li ringrazio... con 6 anni di ritardo.
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